Benvenuti in AIVES! L’arte si vede con l’anima.

“Si può raccontare un dipinto a coloro che non possono vederlo con gli occhi ma possono ricostruirlo nella mente con l’aiuto dell’immaginazione, dell’udito e del tatto? Qual è il ruolo della parola intesa come equivalente estetico dell’immagine? E come, in presenza di disabilità visiva, l’ascolto di una descrizione può essere aiutato dal contatto diretto con un’immagine tridimensionale, tattilmente percepibile? E quindi, usando i sensi residui vicarianti la vista, si può potenziare l’integrazione tra sensi e intelletto, contando sul contributo della tattilità, a supporto del racconto?”

Loretta Secchi, Curatrice del museo tattile Anteros di Bologna, “Le metodologie dell’esplorazione tattile”

Ci sono cose che ci accomunano tutti: la capacità di sognare e la capacità di vedere con gli occhi dell’anima. “Dal segno al sogno: quando l’immagine si vede con l’anima”. In questa frase, due parole che ci rendono tutti simili, qualunque possa essere la nostra “disabilità”: il sogno e l’anima. Tutti possiamo sognare e tutti possiamo “sentire”. Tutti possiamo creare la nostra immagine del mondo.

“Vedere” un dipinto utilizzando tutti i sensi, scoprendolo lentamente e lasciandosi coinvolgere dalle sue atmosfere, dal suo messaggio poetico, dalla potenza delle sue immagini. Lentamente prende forma, la sua percezione suscita emozione, i diversi materiali amplificano le sensazioni tattili, l’audio trasporta nell’idea del quadro, nei presupposti che ne segnano l’origine. Un filo, dunque, che lega l’esperienza sensoriale alla passione dell’artista.

Rassegna Stampa

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